Quando tutto sembrava crollare, tutto il lavoro fatto per costruire un nuovo modo di affrontare le migrazioni, arrivava la sentenza che condannava Mimmo Lucano, ma si sa che è nel bisogno che scatta la solidarietà. Le registe di questo film, che in passato avevano già documentato quanto stava succedendo a Riace con Un paese di Calabria non potevano sopportare l’accanimento giudiziario creato attorno al sindaco di Riace. Iniziava così il progetto di Un paese di resistenza, di Shu Aiello, Catherine Catella, incontriamo la prima delle due insieme a Emiliano Barbucci (direttore della fotografia), Carlo Gallo (narratore), Serena Gramizzi (produttrice).
Non sorprende apprendere che i finanziamenti siano stati trovati all’estero, in Francia e in Belgio, nonostante le ostilità in patria Lucano è molto popolare oltralpe e in particolare modo in Germania e in Francia. La realtà dei piccoli paesi francesi è molto simile alla nostra dove vige un forte spopolamento e l’esempio di Riace viene preso a modello per una soluzione a due problemi che questa epoca deve affrontare, le migrazioni e la concentrazione nelle città.
Il film è stato una scommessa che è risultata vittoriosa alla luce delle nuove elezioni e ha premiato la tenacia e l’umanità di tutti coloro che l’hanno sostenuto.